Sono quattro e mezzo del mattino e sto guidando alla periferia della mia città. L’autostrada è deserta. Penso che mancano pochi giorni a Natale e mi dico: dovrai ricordarti di scrivere qualcosa per il tuo blog. È un periodo in cui le parole arrivano con fatica. Non è un problema d’ispirazione. Anzi, nella mia mente è tutto pronto, tutto predisposto al viaggio. Le indicazioni sono chiare, come i segnali stradali e i semafori che cambiano colore apposta per me in questo mattino di metà dicembre. Forse è fin troppo facile? Per raccontare una storia bisogna perdersi in qualche zona di buio, altrimenti non c’è gusto (né per chi scrive, né per chi legge). Ma dentro il buio, a quali segnali affidarsi? Non voglio altre frecce, progetti, direzioni pianificate a tavolino. A rispondermi, sopra il chiacchiericcio dei lampioni, è una luna magnifica, rotonda come una O di meraviglia. L’enigma della luna è la risposta a ogni pagina bianca.
Perché tante stelle, perché la luna, si chiedeva Leopardi e mille poeti prima di lui, a partire da quando l’essere umano ebbe coscienza di essere tale. La risposta è nella domanda: la luna serve a chiedersi la ragione della luna stessa. Così come il Natale, comunque lo si voglia intendere, pone una domanda sulle ragioni della luce. Perché l’inverno diminuisce? Perché la speranza, ancora, nonostante tutto? La domanda è inesauribile per tutti. Lo era per i nostri progenitori, lo è per chi festeggiava il Dies natalis solis invicti e per chi celebra il Natale cristiano. Chi crede non esaurisce il mistero della Ragione del mondo che si fa neonato, chi non crede non abbandona lo stupore di fronte alla promessa di un’altra primavera, di un’altra estate che è già qui, dentro questo nero di notte e di asfalto.
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Tutto questo per spiegare il motivo per cui quest’anno non ho preparato niente sul Natale, tranne queste due parole improvvisate nel pomeriggio della vigilia.
Quest’anno in compenso Yari Bernasconi & Andrea Fazioli hanno scritto una piccola storia natalizia: lo trovate qui. I due avevano perpetrato una faccenda simile già l’anno scorso, con una plaquette intitolata Manca poco a Natale (Gabriele Capelli), da cui estraggo un frammento che pongo come suggello e come augurio.
E poi ricordati, se puoi, di questa nebbia
silenziosa, che avanza fra gli usci e le finestre,
appanna i vetri ancora addormentati
dietro verdi persiane: non si è accorta
di te, che sei già sveglio ma con occhi
diversi, fissi sul vecchio triciclo, la ruggine
delle ruote e dei freni. Anche questo
può essere Natale: un Natale
che tace e che non sibila.
Alle lettrici e ai lettori di questo blog giunga l’augurio di buon Natale, sia da parte mia sia da parte di Yari Bernasconi & Andrea Fazioli. A presto!
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PS: Sempre di YB & AF, in febbraio uscirà un volumetto per Gabriele Capelli. S’intitola Non importa dove ed è una piccola rassegna di cartoline.
PPS: Il racconto Guglielmo nella steppa fa parte del progetto “Un Natale di storie a Mendrisio”. Trovate tutte le informazioni su tale progetto (e sul libro che lo accompagna) a questo indirizzo.
PPPS: Nella rubrica “Colpo critico”, una volta al mese pubblico sul settimanale “Azione” un articolo dedicato ai giochi da tavolo e di ruolo. È appena uscito uno speciale natalizio, che trovate qui.
PPPPS: Le parole escono a fatica, ma piano piano si compongono. Se tutto va bene, nel mese di gennaio o febbraio dovrei concludere due lavori che mi tengono impegnato da anni. Poi forse tornerò a dedicarmi a questo blog con maggiore assiduità.