Buon Natale!

Da qualche mese non aggiorno il blog: ogni tanto fa bene una pausa. Per riprendere il filo condivido un discorso che ho pronunciato in occasione dell’accensione dell’albero di Natale a Bellinzona, la città della Svizzera italiana dove sono nato e dove abito tuttora.
Le trascrizioni di un discorso sono sempre pericolose. Le parole dette a voce alta perdono parte della loro efficacia se messe nero su bianco. Spero che il testo possa piacervi lo stesso. (Soprattutto perché parla di una volpe: in tanti anni che faccio questo lavoro ho maturato la convinzione che un testo non è mai del tutto inutile, se dentro c’è una volpe.) Esiste un video con il discorso, ma è stato pubblicato su Facebook e perciò non posso condividerlo qui.

(Naturalmente, questa faccenda del discorso è più che altro una scusa; ciò che mi preme è rivolgere a tutti voi un caro saluto. Sono felice di riavviare questo luogo d’incontro. Buon Natale!)

C’era una volta una piccola volpe che abitava nei boschi intorno a Bellinzona. Era curiosa, come tutte le volpi, e ogni tanto di notte scendeva nelle vie deserte della città, annusava l’aria, spiava i bar chiusi, le vetrine buie… tranne nelle notti di dicembre. Allora la volpe, abbacinata e frastornata, camminava in mezzo a una miriade di luminarie, festoni, ghirlande, renne o babbinatali fosforescenti… Un po’ sgomenta, la volpe si chiedeva: perché? Perché tutto questo?
Il Natale è implacabile. È difficile fare finta di niente, perfino se sei una volpe. Ci siamo dentro tutti. Tutto questo caos, questa ressa di acquisti e aperitivi e beneficenza e calendari dell’avvento… perché?
Chi crede in Gesù, chi non ci crede, chi forse ci crede, chi è solo una piccola volpe che conosce più che altro le galline e i sentieri nell’ombra. Per tutti, dicevo, c’è qualcosa d’inevitabile, ed è l’attesa. Bene o male, fin dall’infanzia dal Natale ci aspettiamo qualcosa. Anche oggi, magari involontariamente, attendiamo un cambiamento, una consolazione, una speranza per l’anno nuovo.

Il Natale ci obbliga infatti a guardare la radice, il punto dove sorgono le cose. È la festa di un bambino che nasce e in fondo ogni volta che nasce un bambino è una festa. Non dobbiamo abituarci a questo miracolo – una nuova vita – non dobbiamo addormentarci proprio adesso. Il Natale è una veglia nelle notti più lunghe dell’anno e dell’animo, una veglia mentre arriva la luce. Anche per noi, nonostante tutto, con le nostre rughe, i nostri guai, il nostro COVID, i nostri debiti e i nostri malanni, anche per noi è possibile che accada qualcosa di nuovo.
La piccola volpe trema di freddo nel cuore dell’inverno, come tanti uomini e donne e bambini che tremano per l’abbandono, per la fame, per la rabbia, per la solitudine. Magari sono vicinissimi a noi, ma sono invisibili, non riusciamo a vederli; così come non vediamo la volpe che passa in silenzio proprio accanto alle nostre case.
Dobbiamo fermarci. È questo il mio augurio. Fermiamoci. Sediamoci in silenzio, nella nostra stanza, facciamo tacere il traffico, gli affanni, i social network. Soprattutto i social network. Sediamoci senza fare niente e prestiamo attenzione alle cose di tutti i giorni. Allora piano piano sentiremo le voci di chi chiede aiuto, allora distingueremo i volti di chi sta soffrendo vicino a noi. E forse percepiremo anche il passo furtivo della piccola volpe. E se provassimo a seguirla? Se ci lasciassimo guidare dal mistero? Non so dove finiremo: forse in una tana nei boschi, forse in una radura incantata, forse in un presepe – noi e la volpe di nascosto insieme ai pastori e alle pecore. Chissà.
Come finisce la storia?
La piccola volpe si fermò davanti a un grande albero illuminato. È bello tutto questo, pensò. Questo Natale. Proviamo a guardarlo più da vicino. Cautamente si arrampicò nell’intrico dei rami, fra le bocce e le luci. Si acquattò e si dispose ad aspettare, con pazienza, sicura che qualcosa sarebbe successo.
E se guardate bene, è ancora lassù…

PS: Grazie a Edy Pedrini, che ha ideato e girato il video del discorso. Grazie anche a Sara Demir e, naturalmente, alla città di Bellinzona che mi ha lasciato mettere una volpe sull’albero di Natale.

PPS: Il video si trova sulla pagina Facebook della città di Bellinzona (@bellinzonacity). Credo che si possa scovarlo anche cercando su Google. Avvistare la volpe, invece, è più difficile: provate nei boschi sopra il quartiere di Ravecchia, nella zona di Prada.

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